Il digiuno, l’evitare volontariamente cibo e bevande, si differenzia dalla restrizione calorica (CR), che riduce l’apporto calorico giornaliero senza causare malnutrizione. Il digiuno è categorizzato in digiuno intermittente (IF) e digiuno prolungato (PF), con il PF che comporta il consumo esclusivo di acqua per due o più giorni. L’IF è popolare in vari stili di vita, religioni e culture, comprendendo metodi come il consumo limitato nell’arco di tempo (TRF), dove l’assunzione alimentare è limitata a 12-18 ore al giorno, il digiuno alternato ogni due giorni (ADF), e la dieta 5:2, che alterna tra giorni di digiuno e giorni di alimentazione illimitata. Mentre il TRF potrebbe non ridurre l’apporto calorico complessivo, l’ADF limita le calorie a circa il 25% del fabbisogno giornaliero nei giorni di digiuno. La ricerca indica che l’IF apporta benefici alla perdita di peso, alla pressione sanguigna, alle risposte anti-infiammatorie e alla salute metabolica, in parte attraverso modifiche al microbiota intestinale, che influenzano il metabolismo del glucosio e l’infiammazione. Ulteriori ricerche sono necessarie per chiarire gli effetti specifici dell’IF sul microbioma intestinale umano e le sue implicazioni per la salute, data l’attuale eterogeneità e la limitata portata degli studi esistenti.
A proposito dello studio
La presente revisione ha esplorato gli effetti dell’IF sul microbiota intestinale, seguendo le linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA) del 2020 e registrato presso il Registro Prospettico Internazionale delle Revisioni Sistematiche (PROSPERO). Ricerche iniziali e di follow-up su quattro database hanno mirato a studi in inglese fino al 2021, inclusi contatti diretti con gli autori, per garantire una copertura completa della ricerca sull’IF.
L’inclusività della revisione ha abbracciato varie modalità di IF, focalizzandosi inizialmente sul TRF prima di espandersi ad ADF e alla dieta 5:2 in risposta alla scarsità di ricerca specifica sul TRF. Sono state escluse gli studi non umani, osservazionali e non sperimentali, tra gli altri, favorendo invece studi randomizzati controllati, studi quasi sperimentali e studi pilota senza restrizioni sulla demografia dei partecipanti.
Il processo di selezione ha coinvolto uno screening approfondito dei titoli e degli abstract da parte di tre revisori indipendenti, utilizzando Rayyan Qatar Computing Research Institute (QCRI) per una collaborazione efficiente e la risoluzione dei conflitti. Questa fase iniziale ha ridotto il pool da 1.172 record a 22 studi potenziali, ulteriormente ristretti dopo una revisione completa dei testi. L’espansione dei criteri di inclusione e una seconda fase di ricerca hanno arricchito la revisione con otto studi pertinenti nonostante la limitazione iniziale agli studi sul TRF.
L’estrazione dei dati è stata equamente distribuita tra i revisori, focalizzandosi sui risultati relativi alla diversità e alla composizione del microbiota intestinale insieme alle caratteristiche dello studio e dei partecipanti senza fare supposizioni su dati poco chiari. Il rischio di bias è stato valutato rigorosamente utilizzando strumenti di Cochrane, facilitando una sintesi imparziale e completa delle prove disponibili sull’impatto dell’IF sul microbiota intestinale.
Risultati dello studio
Il processo di revisione sistematica ha delineato con precisione le fasi di ricerca e selezione, portando a una valutazione critica degli studi inclusi per il rischio di bias, utilizzando gli strumenti di Cochrane. Questa valutazione ha rivelato livelli variabili di bias, evidenziando la necessità di un’interpretazione attenta dei risultati.
La revisione ha esplorato le intricate implicazioni dell’IF sul microbiota intestinale, analizzando le metodologie impiegate negli studi per valutare la composizione e la diversità del microbiota. Attraverso questa esplorazione, è emerso che mentre diversi studi hanno osservato cambiamenti nella ricchezza e nella diversità del microbiota, i risultati non erano uniformemente consistenti, indicando un’interazione complessa tra IF e dinamiche del microbioma intestinale.
Le analisi della ricchezza e della diversità del microbiota intestinale negli studi sull’IF hanno mostrato risultati variabili, indicando un impatto significativo ma variabile dell’IF sul microbiota intestinale influenzato da fattori demografici e dietetici. Le valutazioni della diversità beta hanno rivelato cambiamenti distinti nelle comunità microbiche sotto diversi protocolli di IF, evidenziando gli effetti personalizzati della dieta sulla salute intestinale. Inoltre, la composizione del microbiota intestinale ha mostrato sia cambiamenti consistenti che variabili nelle popolazioni batteriche, riflettendo l’influenza complessa dell’IF sull’ecosistema intestinale. Questa variabilità suggerisce che gli effetti dell’IF siano modellati dall’approccio specifico al digiuno, dalle abitudini dietetiche individuali e dalle caratteristiche del microbioma di base, indicando un’interazione tra dieta e salute intestinale.
Inoltre, la revisione ha illuminato le più ampie implicazioni fisiologiche e metaboliche dell’IF, inclusa la perdita di peso e i cambiamenti dietetici, attraverso varie forme di digiuno. Mentre alcuni studi hanno riportato una significativa riduzione del peso e modifiche nell’apporto energetico, altri hanno evidenziato la stabilità delle percentuali di macronutrienti o cambiamenti nel consumo di gruppi alimentari, dipingendo un quadro complesso dell’influenza dell’IF sulla dieta e sulla composizione corporea.
Le differenze nei risultati tra gli studi su TRF, ADF e dieta 5:2 riflettono non solo le diverse metodologie e popolazioni studiate, ma suggeriscono anche il potenziale dell’IF nel produrre specifici cambiamenti nel microbiota e nel metabolismo, a seconda della natura e del contesto dell’intervento di digiuno. Come rivelato da questa revisione, le variazioni nell’assunzione dietetica e il suo impatto successivo sul peso e sulla salute metabolica sottolineano l’intricata relazione tra pratiche di digiuno, stato nutrizionale e composizione del microbioma intestinale.